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Insalata di pesche e menta per Bandini

A mezzogiorno consumai il pranzo lentamente, mi faceva male nel punto in cui la scatola mi aveva colpito. Faceva fresco sotto il rimorchio ed era là che stavo sdraiato. L’ora del pranzo passò velocemente. Il capo venne fuori dal magazzino e vide i miei denti affondati in un panino e la pesca – il dessert – ancora intatta al mio fianco.
“Non ti pago mica per startene seduto all’ombra” disse.
Mi ricomposi e mi tirai su. Le parole erano là, pronte. “Me ne vado” dissi. “Lei e i suoi stupidi muscoli potete andarvene all’inferno. Io ho chiuso”.
“Bene” disse lui “lo spero”.
“Ho chiuso”.
“Grazie a Dio”.
“C’è un’ultima cosa”.
“Cosa?”
“A mio avviso lei è un figliodiputtana ipertrofico”.
Non gli riuscì di acchiapparmi. Mi domandai in seguito che ne fosse stato della pesca. Mi domandavo se l’avesse pestata con i tacchi. Passarono tre giorni e andai a vedere. La pesca giaceva intatta sul ciglio della strada, un centinaio di formiche ci banchettavano sopra.
Da “La strada per Los Angeles” di John Fante

Ingredienti
4 pesche
4 cucchiai di zucchero
1 limone
1 manciata di foglie di menta

Lavare le pesche e tagliare a spicchi.
Spremere il succo del limone.
In una ciotola riunire le pesche, versare il succo del limone e mescolare con lo zucchero.
Servire con le foglie di menta lavate, asciugate e spezzettate.

Per questa ricetta ho usato le pesche della varietà lorenzini, un frutto a polpa bianca, molto dolce e sugosa, che matura in agosto.

Note sull’autore
Arturo Gabriel Bandini è povero, vive di lavori saltuari per mantenere la madre e la sorella, mentre sogna di diventare scrittore.
I rapporti con le donne di casa sono pessimi. Il giovane Bandini odia la sua condizione e arde di desiderio per la vita, le donne e la gloria.
Questo primo romanzo sulla giovinezza di Bandini, alter ego di John Fante e protagonista di altri suoi romanzi, venne pubblicato postumo.
Se qualcuno vuole conoscere i tratti caratteristici dell’Ariete deve leggere queste pagine, c’è tutto: l’ardore, la sete di cultura, la spietatezza, l’amore sensuale per le donne, il mito del superuomo (infatti Bandini legge Nietzsche). Il tutto condito da una prosa esuberante.

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